In origine si chiamavano “sensali”.
C’erano già ai tempi dei persiani e degli arabi ed ebbero un ruolo molto importante con la nascita dell’impero romano.
Erano “sensali” tutti coloro che fungevano da mediatori in qualsiasi affare commerciale.
Eclettici e spesso carismatici, “uomini di mondo” capaci di destreggiarsi tra le più difficili trattative e di trovare le più inedite soluzioni, i sensali si sono conquistati un loro spazio nella storia e a loro si sono ispirati diversi libri e tesi di laurea.
Uno di questi è frutto del lavoro di uno storico agente immobiliare veneziano, Luigi Busanel, che ha ripercorso la storia del mediatore immobiliare ai tempi della Serenissima in un volume di 500 pagine dal titolo “L’arte del sensale”.
I sensali nel 1866, con il Codice di Commercio del Regno d’Italia, divennero mediatori: di merci, di assicurazioni, di noleggio navi e di trasporti.
Ma furono distinte due categorie: da una parte c’erano i sensali pubblici, che erano muniti di un mandato e dall’altra i sensali “in altre specie di mediazioni”, liberi da ogni iscrizione a ruoli particolari.
A Venezia i sensali avevano uno statuto, una sede e delle regole stabilite. Facevano anche un giuramento di fedeltà ai loro obblighi professionali e alle leggi della Serenissima.
Godevano di un loro status nella società e venivano sepolti nella chiesa di Ognissanti.
E’ da queste figure professionali che derivano i moderni agenti immobiliari, “sensali” specializzati nella vendita e nell’affitto di beni immobili e di aziende. La loro ammissione in ruolo è subordinata al superamento di un esame che certifichi la conoscenza di norme contrattuali, leggi fiscali e tributarie, principi di urbanistica e di costruzione edilizia. Devono essere iscritti ad un albo e chiunque eserciti il loro mestiere senza averne titolo si macchia di un reato penale: esercizio abusivo della professione.
I riferimenti normativi inerenti a questo antico mestiere sono numerosissimi. Nonostante questo, esistono anche due diversi tipi di requisiti ai quali è subordinata la possibilità di esser riconosciuti quali agenti immobiliari: i requisiti morali e i requisiti professionali.
Un agente immobiliare non può esser stato sottoposto a misure di prevenzione o esser incorso in reati puniti con la reclusione, non può esser interdetto o fallito, non può esser stato condannato per delitti contro l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’ economia pubblica, l’industria e il commercio, né tanto meno può esser stato condannato per truffa, rapina, appropriazione indebita o emissione di assegni a vuoto.
Tra i requisiti professionali, oltre a dover aver conseguito un diploma di scuola secondaria, il moderno sensale deve aver frequentato un corso di formazione ed aver superato un esame diretto ad accertarne attitudine e capacità.
Le modalità e le caratteristiche del titolo di formazione, dell’esame e quelle della tenuta del registro dei praticanti sono determinate con decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
C’erano già ai tempi dei persiani e degli arabi ed ebbero un ruolo molto importante con la nascita dell’impero romano.
Erano “sensali” tutti coloro che fungevano da mediatori in qualsiasi affare commerciale.
Eclettici e spesso carismatici, “uomini di mondo” capaci di destreggiarsi tra le più difficili trattative e di trovare le più inedite soluzioni, i sensali si sono conquistati un loro spazio nella storia e a loro si sono ispirati diversi libri e tesi di laurea.
Uno di questi è frutto del lavoro di uno storico agente immobiliare veneziano, Luigi Busanel, che ha ripercorso la storia del mediatore immobiliare ai tempi della Serenissima in un volume di 500 pagine dal titolo “L’arte del sensale”.
I sensali nel 1866, con il Codice di Commercio del Regno d’Italia, divennero mediatori: di merci, di assicurazioni, di noleggio navi e di trasporti.
Ma furono distinte due categorie: da una parte c’erano i sensali pubblici, che erano muniti di un mandato e dall’altra i sensali “in altre specie di mediazioni”, liberi da ogni iscrizione a ruoli particolari.
A Venezia i sensali avevano uno statuto, una sede e delle regole stabilite. Facevano anche un giuramento di fedeltà ai loro obblighi professionali e alle leggi della Serenissima.
Godevano di un loro status nella società e venivano sepolti nella chiesa di Ognissanti.
E’ da queste figure professionali che derivano i moderni agenti immobiliari, “sensali” specializzati nella vendita e nell’affitto di beni immobili e di aziende. La loro ammissione in ruolo è subordinata al superamento di un esame che certifichi la conoscenza di norme contrattuali, leggi fiscali e tributarie, principi di urbanistica e di costruzione edilizia. Devono essere iscritti ad un albo e chiunque eserciti il loro mestiere senza averne titolo si macchia di un reato penale: esercizio abusivo della professione.
I riferimenti normativi inerenti a questo antico mestiere sono numerosissimi. Nonostante questo, esistono anche due diversi tipi di requisiti ai quali è subordinata la possibilità di esser riconosciuti quali agenti immobiliari: i requisiti morali e i requisiti professionali.
Un agente immobiliare non può esser stato sottoposto a misure di prevenzione o esser incorso in reati puniti con la reclusione, non può esser interdetto o fallito, non può esser stato condannato per delitti contro l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, l’ economia pubblica, l’industria e il commercio, né tanto meno può esser stato condannato per truffa, rapina, appropriazione indebita o emissione di assegni a vuoto.
Tra i requisiti professionali, oltre a dover aver conseguito un diploma di scuola secondaria, il moderno sensale deve aver frequentato un corso di formazione ed aver superato un esame diretto ad accertarne attitudine e capacità.
Le modalità e le caratteristiche del titolo di formazione, dell’esame e quelle della tenuta del registro dei praticanti sono determinate con decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.