En: Tassa di Soggiorno: le nuove proposte del Comune

A.G.A.T.A tra le associazioni dell’Osservatorio Permanente

Nel 2011 erano solo una decina i comuni italiani in cui si richiedeva ai turisti di pagare la tassa di soggiorno. Nel 2018 sono 800.

A Venezia, nelle locazioni turistiche, da inizio 2018 viene calcolata sulla base del regime catastale.

L’amministrazione sta valutando ora altri cambiamenti e ha istituito un Osservatorio permanente formato dall’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive sul territorio al fine di monitorare gli effetti dell’applicazione dell’imposta di soggiorno e di considerare eventuali proposte correttive per ottimizzare aspetti normativi e legislativi in fieri.

A.G.A.T.A, in quanto associazione che rappresenta la maggior parte degli operatori immobiliari specializzati in locazioni turistiche a Venezia, ne fa parte.

Pur essendo concorde con l’impostazione generale dell’amministrazione, la nostra associazione ha rilevato alcune problematiche arrivando ad avanzare specifiche richieste.

La prima riguarda l’impegno di riscossione dell’imposta che ci è stato attribuito e che rappresenta per noi un onere con responsabilità penali e civili oltre che una serie di piccole spese di commissione se la tassa di soggiorno viene pagata con carta di credito.

Pur sorvolando sul fatto che in altri ambiti il servizio di riscossione per conto terzi (ad esempio quando rinnoviamo l’abbonamento, compriamo un biglietto o paghiamo le bollette dal tabaccaio) viene compensato con una piccola percentuale sul totale, ci sembra assurdo che, in epoca digitale e con tutti gli strumenti a disposizione, l’amministrazione non possa introitare direttamente la tassa di soggiorno.

Basterebbe una semplice app per sollevarci dall’incombere di rischi e sanzioni.

Per una questione di coerenza e di equità A.G.A.T.A ha poi chiesto che le riduzioni d’imposta riconosciute a tutte le strutture ricettive in determinate situazioni, località e periodi dell’anno, siano riconosciute anche alle locazioni turistiche, escluse con un apposito e chiaro comma che abbiamo chiesto di abolire (comma 6 art.5).

Le riduzioni riguardano strutture ubicate in terraferma (-30%), nelle isole di Venezia con esclusione del centro storico, della Giudecca e delle isole dedicate in via principale alla funzione ricettiva (-20%), i pernottamenti nel periodo di bassa stagione (-30%) e i giovani con età compresa dai 10 ai 16 anni (-50%).

Si tratta di agevolazioni che riguarderebbero in ogni caso solo la terraferma e alcune isole ma che siano previste per ogni forma di struttura ricettiva e non per le locazioni turistiche ci è parsa una scelta discriminatoria sulla quale non si doveva soprassedere.

L’ultima richiesta riguardai infine la definizione dell’imposta di soggiorno sulla base del regime catastale introdotta a inizio anno dal Comune di Venezia.

Agata aveva a suo tempo manifestato le proprie perplessità in merito ritenendo che le differenziazioni tra le locazioni turistiche sulla base di questo parametro risultano poco chiare e trasparenti in quanto il patrimonio urbano di Venezia non è aggiornato e non esiste di fatto l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni.

A un anno dall’applicazione dell’imposta di soggiorno riformata è stato chiesto di aver notizia di come sono andate le cose. Il passaggio al nuovo parametro è risultato conveniente per l’amministrazione? Sono insorte delle problematiche o difficoltà nel mantenerlo?

Infine le novità della tassa di soggiorno sulle quali c’è pieno accordo con l’amministrazione.

La prima riguarda l’introduzione dell’imposta di soggiorno anche per i turisti che decidono di prenotare negli ostelli, strutture che hanno negli ultimi anni cambiato filosofia e sono di fatto diventati business.

A Mestre c’è un intero quartiere di ostelli. Fotografano un trend in ascesa, offrono sempre maggiori servizi che non guardano più solo a giovani squattrinati che vogliono girare il mondo ma alle famiglie e alle coppie, per le quali rappresentano ormai un’alternativa al classico hotel.

Ovviamente A.G.A.T.A. concorda anche sulle esenzioni proposte per una categoria di persone quali i disabili, i volontari che nel sociale offrono il proprio servizio in città in occasioni di eventi e manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale o per emergenze ambientali, coloro che assistono degenti ricoverati presso strutture sanitarie site nel territorio comunale, gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati formati da almeno 25 persone, il personale appartenente alle Forze Armate, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco che soggiornano per esigenze di servizio.

Tassa di Soggiorno: le nuove proposte del Comune

A.G.A.T.A tra le associazioni dell’Osservatorio Permanente

Nel 2011 erano solo una decina i comuni italiani in cui si richiedeva ai turisti di pagare la tassa di soggiorno. Nel 2018 sono 800.

A Venezia, nelle locazioni turistiche, da inizio 2018 viene calcolata sulla base del regime catastale.

L’amministrazione sta valutando ora altri cambiamenti e ha istituito un Osservatorio permanente formato dall’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive sul territorio al fine di monitorare gli effetti dell’applicazione dell’imposta di soggiorno e di considerare eventuali proposte correttive per ottimizzare aspetti normativi e legislativi in fieri.

A.G.A.T.A, in quanto associazione che rappresenta la maggior parte degli operatori immobiliari specializzati in locazioni turistiche a Venezia, ne fa parte.

Pur essendo concorde con l’impostazione generale dell’amministrazione, la nostra associazione ha rilevato alcune problematiche arrivando ad avanzare specifiche richieste.

La prima riguarda l’impegno di riscossione dell’imposta che ci è stato attribuito e che rappresenta per noi un onere con responsabilità penali e civili oltre che una serie di piccole spese di commissione se la tassa di soggiorno viene pagata con carta di credito.

Pur sorvolando sul fatto che in altri ambiti il servizio di riscossione per conto terzi (ad esempio quando rinnoviamo l’abbonamento, compriamo un biglietto o paghiamo le bollette dal tabaccaio) viene compensato con una piccola percentuale sul totale, ci sembra assurdo che, in epoca digitale e con tutti gli strumenti a disposizione, l’amministrazione non possa introitare direttamente la tassa di soggiorno.

Basterebbe una semplice app per sollevarci dall’incombere di rischi e sanzioni.

Per una questione di coerenza e di equità A.G.A.T.A ha poi chiesto che le riduzioni d’imposta riconosciute a tutte le strutture ricettive in determinate situazioni, località e periodi dell’anno, siano riconosciute anche alle locazioni turistiche, escluse con un apposito e chiaro comma che abbiamo chiesto di abolire (comma 6 art.5).

Le riduzioni riguardano strutture ubicate in terraferma (-30%), nelle isole di Venezia con esclusione del centro storico, della Giudecca e delle isole dedicate in via principale alla funzione ricettiva (-20%), i pernottamenti nel periodo di bassa stagione (-30%) e i giovani con età compresa dai 10 ai 16 anni (-50%).

Si tratta di agevolazioni che riguarderebbero in ogni caso solo la terraferma e alcune isole ma che siano previste per ogni forma di struttura ricettiva e non per le locazioni turistiche ci è parsa una scelta discriminatoria sulla quale non si doveva soprassedere.

L’ultima richiesta riguardai infine la definizione dell’imposta di soggiorno sulla base del regime catastale introdotta a inizio anno dal Comune di Venezia.

Agata aveva a suo tempo manifestato le proprie perplessità in merito ritenendo che le differenziazioni tra le locazioni turistiche sulla base di questo parametro risultano poco chiare e trasparenti in quanto il patrimonio urbano di Venezia non è aggiornato e non esiste di fatto l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni.

A un anno dall’applicazione dell’imposta di soggiorno riformata è stato chiesto di aver notizia di come sono andate le cose. Il passaggio al nuovo parametro è risultato conveniente per l’amministrazione? Sono insorte delle problematiche o difficoltà nel mantenerlo?

Infine le novità della tassa di soggiorno sulle quali c’è pieno accordo con l’amministrazione.

La prima riguarda l’introduzione dell’imposta di soggiorno anche per i turisti che decidono di prenotare negli ostelli, strutture che hanno negli ultimi anni cambiato filosofia e sono di fatto diventati business.

A Mestre c’è un intero quartiere di ostelli. Fotografano un trend in ascesa, offrono sempre maggiori servizi che non guardano più solo a giovani squattrinati che vogliono girare il mondo ma alle famiglie e alle coppie, per le quali rappresentano ormai un’alternativa al classico hotel.

Ovviamente A.G.A.T.A. concorda anche sulle esenzioni proposte per una categoria di persone quali i disabili, i volontari che nel sociale offrono il proprio servizio in città in occasioni di eventi e manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale o per emergenze ambientali, coloro che assistono degenti ricoverati presso strutture sanitarie site nel territorio comunale, gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati formati da almeno 25 persone, il personale appartenente alle Forze Armate, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco che soggiornano per esigenze di servizio.

06/11/2017: Verbale incontro con assessore ai tributi Michele Zuin

Il giorno 06/11/2017, alle ore 10:20, nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti A.G.A.T.A, Abbav e Confedilizia, hanno incontrato l’assessore al bilancio e ai tributi Michele Zuin.
Erano presenti il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo, il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, la vicepresidente di Abbav Silvia Bosello e Tommaso Bortoluzzi.
La convocazione da parte dell’assessore è giunta su richiesta di A.G.A.T.A, al fine di affrontare i seguenti temi:

  • Aumento della tassa di soggiorno determinato, secondo quanto prevede la nuova delibera, dal regime catastale
  • Tari e ricorsi
  • Necessità di un coinvolgimento preventivo delle associazioni nelle decisioni dell’amministrazione

Aumento della tassa di soggiorno in base al regime catastale
In relazione al primo punto il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo ha esordito con due osservazioni rilevando:

– che l’ imposto aumento della tassa di soggiorno non risulta proporzionato per le locazioni turistiche in quanto queste non sono strutture ricettive e non possono erogare servizi.
– che il regime catastale non risulta un riferimento idoneo a determinare gli aumenti della tassa di soggiorno e che la metodologia di calcolo e le differenziazioni tra le locazioni sono poco chiare e trasparenti.

Il patrimonio urbano non è infatti aggiornato e il rischio è che si trovi a pagare di più un turista che soggiorna in un appartamento “ben accatastato” ma vecchio e privo delle qualità proprie di una locazione di categoria elevata piuttosto che il turista che sceglie una casa accatastata come “popolare” ma di fatto ristrutturata a nuovo con finiture di pregio.
Non solo: poichè non esiste l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni, chiunque potrebbe senza remore chiedere al cliente di pagare il massimo delle quote previste a prescindere dall’effettiva tassa di soggiorno.

Ha definito “non congruo” il criterio dell’accatastamento per determinare le quote della nuova tassa di soggiorno anche il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, sostenendo che, a voler proprio aumentare, ci si sarebbe piuttosto dovuti riferire alla tipologia dei servizi resi nelle singole abitazioni legando il costo della tassa al costo del soggiorno.

La vicepresidente Abbav Silvia Bosello ha invece puntato sulla mancanza di trasparenza che caratterizza questo tipo di aumento rispetto al turista ribadendo che la locazione turistica non è una struttura ricettiva e non ha classificazioni o distinzioni chiare come accade per gli alberghi.

L’assessore Michele Zuin, pur riconoscendo che sul regime catastale ci sono dei limiti noti, ha sostenuto che questo rappresenta per l’amministrazione l’unico criterio possibile per dar fondatezza giuridica alla delibera, altrimenti impugnabile.
Di fronte alla richiesta delle associazioni di procedere piuttosto con una tariffa indifferenziata, ha spiegato che, ritenuto non giusto un aumento fine a se stesso e di difficile attuazione un aumento proporzionale al costo del soggiorno, l’amministrazione ha deciso di far riferimento al regime catastale rilevando che questo aumento non dev’esser percepito come un aumento per i proprietari.
Il portale del comune sarà aggiornato in modo da poter inserire i dati catastali e automaticamente restituirà il calcolo dell’imposta probabilmente già da gennaio. Nel geoportale presente nel sito del comune il turista inoltre potrà verificare di qual gruppo fa parte l’immobile scelto e il quantum dovuto.

Tari e ricorsi:
Della questione ha parlato, tra gli altri,Tommaso Bortoluzzi, ricordando che a giorni le associazioni depositeranno il ricorso contro la Tari e anticipando l’esistenza di una sentenza del Consiglio di Stato che sostiene un principio contrario a quello su cui poggia questa tassa, ossia che il turista dovrebbe in realtà pagare meno di un residente perché di fatto produce meno immondizia.

Confronti preventivi tra associazioni e amministrazione:
A.G.A.T.A ha sostenuto che sarebbe molto più produttivo e opportuno che tra le associazioni e l’amministrazione ci fosse un confronto preventivo nell’imminenza di determinati provvedimenti: lo scontro diretto o i ricorsi non fanno piacere a nessuno ma diventano necessari nel momento in cui si ritenga di subire ingiustizie.

Al termine dell’incontro, in cui quanto meno quest’ultima richiesta sembra esser stata recepita per il futuro, A.G.A.T.A., Abbav e Confedilizia hanno ribadito le proprie posizioni e la piena convinzione di portare avanti il ricorso contro la Tari.

26/07/2017: Agata dice no alla classificazione di tutti gli appartamenti turistici

26 Luglio 2017: Agata dice no alla classificazione di tutti gli appartamenti turistici.  Osservazioni relative al  d.lgs 79 del 23/05/ 2011 (art.53) e alla legge regionale 11/2013 (art. 27 bis)

In relazione a quanto emerso nel corso delle Consultazioni cui le categorie sono state invitate a partecipare in merito alle modifiche che la Terza Commissione del Consiglio regionale del Veneto  propone di apportare a:

– d.lgs 79 del 23 Maggio 2011 (art 53)
– l.r. 11/2013 (art 27 bis)

Agata ha ritenuto di presentare le seguenti osservazioni:

  • Posto che Agata non è contraria ad una limitazione della durata delle locazioni turistiche, la stessa tuttavia rileva che tali limitazioni non dovrebbero esser poste nei termini di numero dei giorni (120) quanto piuttosto di numero dei contratti stipulati nell’arco di un anno.

Questo perché è la frequenza della stipula che può determinare imprenditorialità e quindi fare di un’attività ricettiva un’attività economica organizzata in forma d’impresa.

A questo proposito, in considerazione del fatto che le locazioni brevi a Venezia riguardano contratti della durata media di 3/4 giorni, Agata propone che il numero massimo da porre come limite nell’arco di un anno sia di n. 40 contratti.

Oltre il numero di 40 contratti annuali, Agata concorda con l’obbligatorietà dell’apertura di Partita Iva, in quanto si configurerebbe l’avvio di una vera e propria attività imprenditoriale.

  • Agata non concorda tuttavia sull’ obbligatorietà della classificazione di tutte le strutture ricettive in quanto gli appartamenti destinati alla locazione turistica breve, come è noto, non prevedono l’erogazione di servizi.

Al contrario, l’obbligatorieta’ della classificazione anche delle strutture ricettive destinate oggi a locazioni brevi risulterebbe estremamente penalizzante per quanti saltuariamente affittano il loro appartamento, soprattutto nella città di Venezia.

La classificazione, infatti, include un altro obbligo, ossia quello di richiedere per la propria abitazione un cambio di destinazione d’uso che attualmente a Venezia non si può ottenere.

Il presidente
Massimo Maccatrozzo

25 Agosto 2017: Una delibera illegittima

Osservazioni  Delibera comunale n. 25 del 15 Giugno 2017

OGGETTO: Osservazioni in merito alla Delibera n.25 del 15 Giugno 2017  “Provvedimenti per la tutela dell’integrità fisica, funzionale e sociale della Città Antica.  Variante normativa n.18 al Piano degli Interventi VPRG per la Città Antica.

In relazione allo studio degli atti riguardanti la Variante al Piano degli Interventi per la Città Antica e della Delibera n.25 del 15/06/17 Agata, l’Associazione degli operatori del mercato immobiliare specializzati nelle locazioni turistiche a Venezia, presenta le seguenti osservazioni:

La delibera in oggetto è un atto illegittimo. Questo per almeno due motivi

  • 1) L’iter procedurale ha disatteso quanto previsto dalla Legge Regionale 11/2004 secondo la quale ogni nuova adozione deve essere preceduta “da forme di consultazione, di partecipazione e di concertazione con altri enti pubblici e associazioni economiche e sociali eventualmente interessati”. Agata, come altre associazioni, non è mai stata convocata, né risulta esser stata registrata alcuna altra audizione avvenuta in sede di consultazione.
  • 2) In base all’art. 18.3 della Legge Regionale 11/2004 “Dell’avvenuto deposito [di una delibera] è data notizia mediante avviso pubblicato nell’albo pretorio del Comune e su almeno due quotidiani a diffusione locale;

Nonostante la Direzione Sviluppo del Territorio e Città Sostenibile abbia provveduto a darne notizia attraverso il sito del comune, non è stato pubblicato alcun avviso su due quotidiani a diffusione locale.
Le premesse in calce alla delibera in oggetto indicano che l’intento dell’Amministrazione comunale sia quello di tutelare la residenzialità a Venezia e nel contempo di attuare una politica di controllo dei flussi turistici.
Tuttavia tale delibera non include alcune aree importanti della città come il Tronchetto e l’isola della Giudecca, dove sorgeranno nuovi complessi alberghieri. Questo fatto, unito ai recenti interventi di nuova costruzione di maxi-alberghi all’ingresso della città storica smentiscono l’assunto iniziale e ogni proposito di rispondere in maniera adeguata alle richieste dell’Unesco e di gran parte dei cittadini.
Agata ribadisce a questo proposito la propria posizione a favore di un turismo realmente
sostenibile secondo quei principi che già sono stati definiti nel 1988 dall’Organizzazione mondiale del Turismo e che indicano quali “attività sostenibili” quelle che:

  • si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato
  • non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico)
  • non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche

Agata non può esimersi a questo proposito di ricordare all’amministrazione come nemici della residenzialità e del buon turismo a Venezia non siano le locazioni turistiche, additate spesso come causa principale del problema della residenzialità.
Proprio le locazioni turistiche rappresentano invece per molti la possibilità di continuare a restare a vivere nella “città antica” in quanto:

  • forniscono un reddito a molti cittadini residenti
  • determinano una rilevante crescita del giro d’affari dell’indotto commerciale
  • creano nuovi posti di lavoro.
  • rappresentano un importante introito per l’amministrazione comunale

L’art. 21-bis della delibera fa riferimento a “criteri di maggior dettaglio” che potranno determinare il rilascio del permesso a costruire sulla base di un meno definito “interesse pubblico”. A questo proposito Agata chiede non solo che siano quanto prima chiari tali criteri ma anche che l’amministrazione tenga conto della netta distinzione che esiste tra le attività ricettive alberghiere e le varie altre forme di attività ricettive ora unite nel comune termine “complementari”.
Le locazioni turistiche brevi non prevedono l’erogazione di servizi e non sono soggette alla
classificazione già prevista dalla Legge regionale per altre tipologie.

Il Presidente di Agata
Massimo Maccatrozzo

25 Agosto 2017: Una delibera illegittima

Osservazioni  Delibera comunale n. 25 del 15 Giugno 2017

OGGETTO: Osservazioni in merito alla Delibera n.25 del 15 Giugno 2017  “Provvedimenti per la tutela dell’integrità fisica, funzionale e sociale della Città Antica.  Variante normativa n.18 al Piano degli Interventi VPRG per la Città Antica.

In relazione allo studio degli atti riguardanti la Variante al Piano degli Interventi per la Città Antica e della Delibera n.25 del 15/06/17 Agata, l’Associazione degli operatori del mercato immobiliare specializzati nelle locazioni turistiche a Venezia, presenta le seguenti osservazioni:

La delibera in oggetto è un atto illegittimo. Questo per almeno due motivi

  • 1) L’iter procedurale ha disatteso quanto previsto dalla Legge Regionale 11/2004 secondo la quale ogni nuova adozione deve essere preceduta “da forme di consultazione, di partecipazione e di concertazione con altri enti pubblici e associazioni economiche e sociali eventualmente interessati”. Agata, come altre associazioni, non è mai stata convocata, né risulta esser stata registrata alcuna altra audizione avvenuta in sede di consultazione.
  • 2) In base all’art. 18.3 della Legge Regionale 11/2004 “Dell’avvenuto deposito [di una delibera] è data notizia mediante avviso pubblicato nell’albo pretorio del Comune e su almeno due quotidiani a diffusione locale;

Nonostante la Direzione Sviluppo del Territorio e Città Sostenibile abbia provveduto a darne notizia attraverso il sito del comune, non è stato pubblicato alcun avviso su due quotidiani a diffusione locale.
Le premesse in calce alla delibera in oggetto indicano che l’intento dell’Amministrazione comunale sia quello di tutelare la residenzialità a Venezia e nel contempo di attuare una politica di controllo dei flussi turistici.
Tuttavia tale delibera non include alcune aree importanti della città come il Tronchetto e l’isola della Giudecca, dove sorgeranno nuovi complessi alberghieri. Questo fatto, unito ai recenti interventi di nuova costruzione di maxi-alberghi all’ingresso della città storica smentiscono l’assunto iniziale e ogni proposito di rispondere in maniera adeguata alle richieste dell’Unesco e di gran parte dei cittadini.
Agata ribadisce a questo proposito la propria posizione a favore di un turismo realmente
sostenibile secondo quei principi che già sono stati definiti nel 1988 dall’Organizzazione mondiale del Turismo e che indicano quali “attività sostenibili” quelle che:

  • si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato
  • non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico)
  • non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche

Agata non può esimersi a questo proposito di ricordare all’amministrazione come nemici della residenzialità e del buon turismo a Venezia non siano le locazioni turistiche, additate spesso come causa principale del problema della residenzialità.
Proprio le locazioni turistiche rappresentano invece per molti la possibilità di continuare a restare a vivere nella “città antica” in quanto:

  • forniscono un reddito a molti cittadini residenti
  • determinano una rilevante crescita del giro d’affari dell’indotto commerciale
  • creano nuovi posti di lavoro.
  • rappresentano un importante introito per l’amministrazione comunale

L’art. 21-bis della delibera fa riferimento a “criteri di maggior dettaglio” che potranno determinare il rilascio del permesso a costruire sulla base di un meno definito “interesse pubblico”. A questo proposito Agata chiede non solo che siano quanto prima chiari tali criteri ma anche che l’amministrazione tenga conto della netta distinzione che esiste tra le attività ricettive alberghiere e le varie altre forme di attività ricettive ora unite nel comune termine “complementari”.
Le locazioni turistiche brevi non prevedono l’erogazione di servizi e non sono soggette alla
classificazione già prevista dalla Legge regionale per altre tipologie.

Il Presidente di Agata
Massimo Maccatrozzo

26/07/2017: Agata dice no alla classificazione di tutti gli appartamenti turistici

26 Luglio 2017: Agata dice no alla classificazione di tutti gli appartamenti turistici.  Osservazioni relative al  d.lgs 79 del 23/05/ 2011 (art.53) e alla legge regionale 11/2013 (art. 27 bis)

In relazione a quanto emerso nel corso delle Consultazioni cui le categorie sono state invitate a partecipare in merito alle modifiche che la Terza Commissione del Consiglio regionale del Veneto  propone di apportare a:

– d.lgs 79 del 23 Maggio 2011 (art 53)
– l.r. 11/2013 (art 27 bis)

Agata ha ritenuto di presentare le seguenti osservazioni:

  • Posto che Agata non è contraria ad una limitazione della durata delle locazioni turistiche, la stessa tuttavia rileva che tali limitazioni non dovrebbero esser poste nei termini di numero dei giorni (120) quanto piuttosto di numero dei contratti stipulati nell’arco di un anno.

Questo perché è la frequenza della stipula che può determinare imprenditorialità e quindi fare di un’attività ricettiva un’attività economica organizzata in forma d’impresa.

A questo proposito, in considerazione del fatto che le locazioni brevi a Venezia riguardano contratti della durata media di 3/4 giorni, Agata propone che il numero massimo da porre come limite nell’arco di un anno sia di n. 40 contratti.

Oltre il numero di 40 contratti annuali, Agata concorda con l’obbligatorietà dell’apertura di Partita Iva, in quanto si configurerebbe l’avvio di una vera e propria attività imprenditoriale.

  • Agata non concorda tuttavia sull’ obbligatorietà della classificazione di tutte le strutture ricettive in quanto gli appartamenti destinati alla locazione turistica breve, come è noto, non prevedono l’erogazione di servizi.

Al contrario, l’obbligatorieta’ della classificazione anche delle strutture ricettive destinate oggi a locazioni brevi risulterebbe estremamente penalizzante per quanti saltuariamente affittano il loro appartamento, soprattutto nella città di Venezia.

La classificazione, infatti, include un altro obbligo, ossia quello di richiedere per la propria abitazione un cambio di destinazione d’uso che attualmente a Venezia non si può ottenere.

Il presidente
Massimo Maccatrozzo

06/11/2017: Verbale incontro con assessore ai tributi Michele Zuin

Il giorno 06/11/2017, alle ore 10:20, nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti A.G.A.T.A, Abbav e Confedilizia, hanno incontrato l’assessore al bilancio e ai tributi Michele Zuin.
Erano presenti il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo, il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, la vicepresidente di Abbav Silvia Bosello e Tommaso Bortoluzzi.
La convocazione da parte dell’assessore è giunta su richiesta di A.G.A.T.A, al fine di affrontare i seguenti temi:

  • Aumento della tassa di soggiorno determinato, secondo quanto prevede la nuova delibera, dal regime catastale
  • Tari e ricorsi
  • Necessità di un coinvolgimento preventivo delle associazioni nelle decisioni dell’amministrazione

Aumento della tassa di soggiorno in base al regime catastale
In relazione al primo punto il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo ha esordito con due osservazioni rilevando:

– che l’ imposto aumento della tassa di soggiorno non risulta proporzionato per le locazioni turistiche in quanto queste non sono strutture ricettive e non possono erogare servizi.
– che il regime catastale non risulta un riferimento idoneo a determinare gli aumenti della tassa di soggiorno e che la metodologia di calcolo e le differenziazioni tra le locazioni sono poco chiare e trasparenti.

Il patrimonio urbano non è infatti aggiornato e il rischio è che si trovi a pagare di più un turista che soggiorna in un appartamento “ben accatastato” ma vecchio e privo delle qualità proprie di una locazione di categoria elevata piuttosto che il turista che sceglie una casa accatastata come “popolare” ma di fatto ristrutturata a nuovo con finiture di pregio.
Non solo: poichè non esiste l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni, chiunque potrebbe senza remore chiedere al cliente di pagare il massimo delle quote previste a prescindere dall’effettiva tassa di soggiorno.

Ha definito “non congruo” il criterio dell’accatastamento per determinare le quote della nuova tassa di soggiorno anche il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, sostenendo che, a voler proprio aumentare, ci si sarebbe piuttosto dovuti riferire alla tipologia dei servizi resi nelle singole abitazioni legando il costo della tassa al costo del soggiorno.

La vicepresidente Abbav Silvia Bosello ha invece puntato sulla mancanza di trasparenza che caratterizza questo tipo di aumento rispetto al turista ribadendo che la locazione turistica non è una struttura ricettiva e non ha classificazioni o distinzioni chiare come accade per gli alberghi.

L’assessore Michele Zuin, pur riconoscendo che sul regime catastale ci sono dei limiti noti, ha sostenuto che questo rappresenta per l’amministrazione l’unico criterio possibile per dar fondatezza giuridica alla delibera, altrimenti impugnabile.
Di fronte alla richiesta delle associazioni di procedere piuttosto con una tariffa indifferenziata, ha spiegato che, ritenuto non giusto un aumento fine a se stesso e di difficile attuazione un aumento proporzionale al costo del soggiorno, l’amministrazione ha deciso di far riferimento al regime catastale rilevando che questo aumento non dev’esser percepito come un aumento per i proprietari.
Il portale del comune sarà aggiornato in modo da poter inserire i dati catastali e automaticamente restituirà il calcolo dell’imposta probabilmente già da gennaio. Nel geoportale presente nel sito del comune il turista inoltre potrà verificare di qual gruppo fa parte l’immobile scelto e il quantum dovuto.

Tari e ricorsi:
Della questione ha parlato, tra gli altri,Tommaso Bortoluzzi, ricordando che a giorni le associazioni depositeranno il ricorso contro la Tari e anticipando l’esistenza di una sentenza del Consiglio di Stato che sostiene un principio contrario a quello su cui poggia questa tassa, ossia che il turista dovrebbe in realtà pagare meno di un residente perché di fatto produce meno immondizia.

Confronti preventivi tra associazioni e amministrazione:
A.G.A.T.A ha sostenuto che sarebbe molto più produttivo e opportuno che tra le associazioni e l’amministrazione ci fosse un confronto preventivo nell’imminenza di determinati provvedimenti: lo scontro diretto o i ricorsi non fanno piacere a nessuno ma diventano necessari nel momento in cui si ritenga di subire ingiustizie.

Al termine dell’incontro, in cui quanto meno quest’ultima richiesta sembra esser stata recepita per il futuro, A.G.A.T.A., Abbav e Confedilizia hanno ribadito le proprie posizioni e la piena convinzione di portare avanti il ricorso contro la Tari.

EN: Faq: Orientiamoci

Locazioni turistiche, B&B e altre forme di affitto transitorio spesso vengono confuse. Sono cose diverse. Ecco perché: 1) Cosa sono le locazioni turistiche? Sono appartamenti o case dati in locazione in tutto o in parte ai turisti, senza la fornitura di servizi . Oltre alla locazione sono consentite: la fornitura di energia elettrica, acqua calda … Leggi tutto

EN: Il Veneto punta alla leadership

REGIONE VENETO: UN PIANO STRATEGICO PER LA LEADERSHIP NEL TURISMO Il settore turistico chiude il 2017 con un bilancio più che positivo. Ma il Veneto guarda avanti: si può fare di più. Le modalità di consumo turistico stanno cambiando, c’è una sempre maggior pressione competitiva e dal territorio devono arrivare nuove risposte al passo con … Leggi tutto